L'Approdo
Venezia, 1 giugno 2015
A che dunque l'avito approdo,
sognatori degli altrui sogni,
mutili staffette di tede spente,
immemori dei mari e delle tempeste,
misere cancrene di plastica
insepolte
sugli aridi greti
di fetidi fiumi orfani di fonti?
L'Approdo nasce da una riflessione su un mio pholio realizzato il 1 giugno 2015 al rientro da Venezia, dove mi ero recato per visitare la Collezione Guggenheim di Palazzo Venier dei Leoni. Nei gradini consumati di un approdo dimenticato, sommersi e invasi dalle alghe, ho visto il mondo che mi ha cresciuto e che mi ha fatto da modello. Ho riletto allora la poesia di Primo Levi, l'Approdo, e ho inteso rispondergli, a modo mio, violenta in me l'impressione dell'opera di Alberto Burri contemplata al Guggenheim.
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