
Ferrara, cortile del Palazzo Ducale: si rappresentano, per volere di Ercole I, e in onore di Francesco II Gonzaga, promesso sposo di Isabella d'Este, i Manaecmi di Plauto, tradotti in italiano. E' il 25 gennaio del 1486. L'attesa è grande. La scena che si presenta a questo pubblico accorso numeroso è strabiliante: "una cittade con case di assi dipinte", "un albero o zirandola che in un medesimo tempo buttò più razzi di fuoco in aere, alti, con gran stridio e vampa stupendissima". Le innovazioni tecniche e artistiche sono tali da lasciare in visibilio nobili e plebei, e la notizia fa rapidamente il giro d'Europa: è' nato il teatro moderno, il teatro che porterà alla ribalta i nomi dell' Ariosto, del Tasso e di Giraldi Cinzio. Due anni più tardi i Manaecmi saranno rappresentati anche a Firenze, per il divertimento di Lorenzo il Magnifico, per cui Poliziano in persona reciterà il Prologo. L'eco dei Manaecmi arriverà fino a Shakespeare, che riadatterà questa spassosa commedia degli equivoci che tanta fortuna raccolse in età umanista, sotto il titolo di Comedy of errors.
Ecco dunque un'altra tra le tante storie della nostra Ferrara che sarà opportuno ricordare.
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