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giovedì 6 ottobre 2011

Le Rive


(Foto gentilmente concessa da Paolo Giarratana)

Uno è il mare
molte le rive
O spuma del riflusso
delle possenti onde
dell’Oceano
Tu non conosci
la Verità dell’Azzurro
l’Abisso distante
Fondamento del Moto
La tua Verità è la riva
l’umida rena cui t’aggrappi
per la Vita di un effimero istante

“Una è la sapienza, conoscere la mente che per il mare del Tutto ha segnato la rotta del Tutto”. (Eraclito, fr. 13 Diano) La verità dell’Uno è come un mare e gli uomini sono come la spuma delle sue onde. Nella loro ignoranza della Verità dell’Uno essi vivono di opinioni (le molteplici rive) e si aggrappano disperatamente alla vita, l’umida rena della riva. Il riflusso li strappa alla riva, ma questo per-ire, questo tra-passare, è solo l’eterno ritorno all’Uno. Esso presuppone un prima e un dopo, è il Ritorno (nostos, da cui nostalgia) al fondamento che fonda, abisso azzurro del sacro. L’abisso distante che la nostra Ragione chiama irrazionale, non cela alcun mistero. Il vero mistero è semmai da cercare nell’oblio dell’essere e della Verità dell’Uno.
La totale assenza di punteggiatura è parte del tentativo di recuperare anche attraverso la forma un carattere originario del logos. Il greco antico non conosceva la punteggiatura.
All’inizio di un suo racconto intitolato “Brigitta” Stifter ha scritto: “La scienza psicologica ha illuminato e chiarito più di un fenomeno, ma parecchio continua ad esserle oscuro e assai distante. Crediamo pertanto che non sia esagerato postulare l’esistenza di un sereno incommensurabile abisso ove vagano Dio e gli spiriti. Nei momenti di delizia l’anima spesso lo attraversa in volo, la poesia con infantile incoscienza talora lo palesa; ma la scienza con squadra e martello resta di frequente soltanto ai margini di questo abisso, non riuscendo in diversi casi nemmeno a sfiorarlo.” (Stifter, Studi, 1843)

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